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L’esperienza di vivere la nostra intera giornata a casa, per lunghe settimane, non potrà non avere effetti anche sul nostro presente e futuro. Sulla nostra psicologia, innanzitutto, ma anche sulla percezione di ciò che è realmente importante e quello che invece non lo è. E lo stesso “sentimento” varrà anche per la nostra casa, che ci ha protetto per tutto questo tempo. Insomma, guarderemo la nostra abitazione con occhi diversi e, soprattutto, avremo scoperto cosa ci serve per stare bene: a cominciare da uno spazio destinato al lavoro. Proprio così: l’aver dovuto svolgere la propria professione in smart working ha fatto emergere in tantissimi italiani l’esigenza di creare fra le proprie quattro mura un angolo studio come si deve. Lo evidenzia anche una recente ricerca del Politecnico di Milano, che ha fatto le prime valutazioni su vantaggi e svantaggi del lavoro da casa; e, ipotizzando che lo smart working anche dopo la fine del lockdown continuerà ad essere uno strumento diffuso, ha messo in luce come le abitazioni dovrebbero essere ripensate oltre l’emergenza.
Chi sta e lavora a casa, è costretto a vivere lo spazio domestico in una soluzione di continuità e ad adattarlo perché risponda nel corso della giornata a molteplici funzioni, condividendolo anche con altre persone che possono avere bisogni diversi. Mica facile, insomma. Tuttavia, è bene ricordare che lo spazio abitativo è pensato per delle funzioni differenti dal lavoro e non si può pensare di progettare totalmente l’architettura delle nostre case in funzione dell’home working perché perderebbero il loro scopo principale: quello di accogliere noi e le nostre famiglie nei momenti informali, di relax, di vita domestica condivisa.

Separare il privato dal pubblico
L’orientamento per le case di domani, quindi, sembra indicare una trasformazione degli spazi ben divisi tra pubblico e privato, dove e quando si può. Ovvero avere dei locali aperti a tutti, conviviali, e magari una stanza dedicata al lavoro individuale. Oppure, se i metri quadrati non lo consentono, un angolo ben organizzato e confortevole, dove poter lavorare con calma e la dovuta attenzione. Se gli spazi sono piccoli, sarà particolarmente importante scegliere mobili trasformisti: ad esempio, tavoli che possono essere anche scrivanie o sedute leggere che possono essere spostate facilmente. Non tutti hanno la possibilità di creare uno spazio dedicato esclusivamente al lavoro, ma già cambiare la sedia o sostituire il tavolo può aiutare la concentrazione.

Farsi aiutare nel progetto
Che sia un piccolo spazio o un intero locale, è fondamentale che la postazione dedicata al lavoro sia perfettamente integrata con lo stile generale della casa. I colori e i materiali di questa zona dovrebbero inserirsi con quelli di tutta l’abitazione, per non spezzare l’armonia generale dell’arredamento. Ecco perché, al di là dell’entusiasmo del momento, è sembra una buona idea farsi accompagnare in questo “percorso” da veri professionisti del settore: come gli arredatori di Pedrazzini Arreda, che nello show-room di San Giuliano Milanese possono presentare le eccellenze del made in Italy per l’arredo e proporre a ogni cliente le migliori soluzioni in base a esigenze funzionali, di gusto e di spazio.